chi Siamo
 
 
 

 

 

 

 

 
 
  il Gruppo di lavoro

Tatiana Barchitta ormai da molti anni terapista della mano, proviene da un passato sportivo prima come docente di scienze motorie e successivamente come riabilitatrice sportiva.
Approfondisce la sua esperienza nelle patologie del ginocchio nel calcio e nel rugby, della caviglia e del piede nel basket e nella danza classica, della spalla nella pallanuoto.
Approda nel 1996 alla scuola di Graziella Urso, affiancandola per molti anni, dedicandosi con passione e competenza a questo settore specialistico in continua evoluzione nelle terapie riabilitative e nel campo della ricerca scientifica e chirurgica.

Valeria Tontini, laureata in fisioterapia, ha iniziato ad approfondire le proprie conoscenze nell’ambito della riabilitazione della mano entrando a far parte dello studio Barchitta nel 2005.
Negli stessi anni consegue il diploma in osteopatia integrando la propria formazione mediante un approccio terapeutico manuale più globale.
All’interno del percorso riabilitativo della mano, il trattamento osteopatico mira a ristabilire la mobilità dei distretti corporei connessi all’arto superiore e a reintegrarlo nella fisiologia di tutto l’organismo.

Elena di Paolo: laureata in terapia occupazionale nel dicembre 2009, approfondisce l’aspetto della riabilitazione frequentando corsi di riabilitazione della mano e per il confezionamento di tutori.
Consapevole che la terapia occupazionale, è un elemento essenziale per il raggiungimento dell’autonomia nel percorso terapeutico, collabora fattivamente in progetti interdisciplinari nell'ambito della riabilitazione della mano e dell'arto superiore.

 
Le terapie si svolgono in uno spazio volutamente comune, che aiuta a favorire un motivante clima di condivisione, scambio e confronto tra pazienti e terapisti.
 
     
STUDIO BARCHITTA c/o Kiros
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“La mano è lo strumento degli strumenti” - Aristotele, De Anima
Riflesso del nostro umore, del nostro mestiere della nostra cultura, primo riparo contro l’ignoto, ma soprattutto primi segni di apertura, le nostre mani svelano molto più che le parole.
Non ci rendiamo conto fino a che punto le nostre mani siano utili, finchè non incorrono in una mobilità ridotta.